Il Caab è un valore aggiunto per la città

L’etica è innanzitutto un modo di stare in relazione con il prossimo, come ci ha spiegato qualche giorno fa il nostro concittadino, don Matteo Zuppi, nel corso di una visita al Centro agro alimentare di Bologna. Da Presidente vorrei che il rinnovamento incominciasse dal riconoscere il nostro come luogo di vita vera, capace di crescere e di generare occasioni di lavoro per le nuove generazioni.


di Marco Marcatili, presidente Caab

Per i bolognesi, il conferimento al Cardinal Matteo Maria Zuppi della cittadinanza onoraria non è che il riconoscimento di un dato di fatto ormai acquisito. Malgrado l’accento romano, che don Matteo fosse destinato a diventare un bolognese a tutti gli effetti l’abbiamo percepito fin da subito, per via del rapporto speciale e immediato instauratosi con la città.
Prima però di ricevere l’onorificenza a Palazzo d’Accursio, il Cardinale ha deciso di sottoporsi a un ultimo esame di “bolognesità”: la visita al Caab, il Centro agro alimentare di Bologna, luogo di scambi commerciali, ma soprattutto luogo di persone e di integrazione.
Chi legge deve sapere che per fare visita al Caab è necessaria una dose consistente di motivazione: il mercato si attiva a notte fonda e chiude i battenti alle prime luci dell’alba. Il Cardinale ne era ben consapevole e si è presentato ai cancelli del Caab alle 5.45, quando ancora era buio pesto e le temperature sotto lo zero. È venuto a trovarci con spirito di festa, in vista del Natale: si è intrattenuto con i lavoratori e i commercianti tra i grandi bancali di frutta e verdura in arrivo e in partenza.
In quei pochi momenti, ha detto cose che ci sono rimaste impresse. Troppo spesso la notte è tempo di oscurità, in cui la dignità della persona viene negata, ma «il Caab – ci ha detto Zuppi – illumina la notte con la dignità del lavoro, che ci rende comunità». Il Cardinale ha riso e scherzato con i lavoratori, ormai a fine turno, ma sul tema dell’etica del lavoro le sue parole si sono fatte molto serie. Ed è da qui, dalle sue parole, che vorrei partire per annunciare quella che sarà una delle dimensioni strategiche dei prossimi anni.
Stiamo lavorando a un Protocollo di sito che ci permetterà di garantire legalità, trasparenza e sicurezza, nell’ottica di un consumo consapevole che promuova filiere etiche, oltre che efficienti. Caab è un mercato e una piattaforma logistica dell’agroalimentare: l’81% dei prodotti che passano da qui provengono dal territorio, dal lavoro degli agricoltori locali; molta parte delle produzioni sono biologiche, rispettano l’ambiente e valorizzano il lavoro.
Il Caab, con le oltre mille persone che ogni notte lo animano, è un valore per la città. Vogliamo mettere in luce questa dimensione attraverso regole che permettano di garantire tutte le filiere produttive che qui arrivano e quelle che da qui si diramano. Chi acquista deve poter sapere che i prodotti del Caab non solo sono buoni, ma sono anche giusti: tutelano l’ambiente, valorizzano il lavoro, generano esternalità positive. Il Protocollo di sito porrà le basi di un modo di lavorare che protegga la dimensione sociale e insieme quella ambientale.
Tanto a questo fine fa già oggi il Gruppo Cristiano di Suor Matilde Lego, che si occupa di raccogliere i prodotti in scadenza e di redistribuirli a beneficio delle comunità locali bolognesi, eliminando lo spreco e rispondendo ai bisogni delle fasce più bisognose. Non a caso, vorremmo che nei prossimi tempi – se la normativa nazionale ce lo consentirà – prendesse vita una comunità energetica, che avrà il suo centro proprio al Caab, la cui struttura è già dotata di un grande impianto fotovoltaico, il cui ampliamento condurrà alla piena autonomia energetica dell’area mercatale.
Come scrive Aldo Bacchiocchi in riferimento all’Interporto (qui), è necessario superare la dimensione di “non luogo”, che troppo spesso i poli della logistica portano con sé. Per farlo, bisogna partire dalle relazioni. Quelle tra i commercianti e tra lavoratori (incontri come quello con il Cardinale aiutano molto!), ma anche quelle con la città, con le sue reti e con i consumatori, che troppo poco ancora conoscono il Caab. I dati, infatti, ci raccontano di un 60% di cittadini che non ha cognizione precisa delle attività del Centro, coloro poi che conoscono la qualità dei prodotti qui smistati sono ancora di meno.
C’è dunque una grande operazione da avviare, rinnovando le coordinate del modo di relazionarsi. Ed è in questa prospettiva che ci proponiamo di aprirci di più alla città, promuovendo l’ortomercato dove i cittadini possono incontrare i produttori locali, e di raggiungere la città, attraverso una più forte promozione del “prodotto Caab” e la gestione dei mercati rionali.
L’etica è innanzitutto un modo di stare in relazione con il prossimo, come ci ha spiegato il nostro concittadino, don Matteo Zuppi. Da Presidente vorrei che il rinnovamento incominciasse dal riconoscere il Caab come luogo di vita vera, capace di crescere e di generare occasioni di lavoro per le nuove generazioni.
Auguri per un Natale più buono e più giusto per tutti!